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I LEONI DI VENEZIA
12/09/2011
Indiscutibile il verdetto della giuria di Venezia 68 (presieduta da Aronofsky, composta tra gli altri da Martone e Rohrwacher, Solondz e David Byrne): a cominciare dal FAUST di Sokurov, non c'è un premio fuori posto, sintomo di indipendenza di giudizio e autorevolezza (altro che Tarantino lo scorso anno...). Delineato il perimetro ("Mostra d'Arte Cinematografica"), esclusi i film che troveranno indubbi consensi tra il pubblico (Polanski, Clooney, Cronenberg) come pure tutta la produzione Usa ancorché indipendente (Friedkin su tutti), non si poteva non sottolineare l'enorme valore del cinema di Sokurov, un gradino sopra gli altri un po' come Malick a Cannes. Valorizzata l'offerta orientale, dall'indiscutibile premio all'attrice di A SIMPLE LIFE (brava la Tucker Film che lo farà uscire in Italia) alla regia del film sorpresa agli attori emergenti di HIMIZU di Sion Sono. Tra gli italiani premiata l'opera migliore, TERRAFERMA, una delle tante che hanno affrontato con coraggio e senza ipocrisie il tema dell'immigrazione (bene anche IO SONO LI, alle Giornate degli Autori, che ha vinto il Premio Fedic, e LA-BAS sulla polveriera di Castel Volturno, dalla Settimana della Critica premiato come miglior esordio del festival). Ci sta tutto inoltre il premio a Michael Fassbender, "sex addicted" di rara efficacia in SHAME del bravo Steve McQueen. Insomma una Mostra convincente coronata da premi all'altezza. Un auspicio finale: che TOUTES NOS ENVIES di Philippe Lioret, già autore di "Welcome", trovi un distributore per l'Italia. (MM)
Autore: Mazzetti