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Federazione Italiana Cinema d'Essai

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DECADENZA E INCUBI A ROMA,

30/10/2011

Dal romanzo del premio Nobel Patrick White, "THE EYE OF THE STORM" di Fred Schepisi ha portato sugli schermi del Roma Film Festival attori popolari come Charlotte Rampling, Geoffrey Rush e Judy Davis. La storia è incentrata su una anziana, ricchissima e acida signora (la Rampling, invecchiata ad arte) apparentemente prossima alla fine, che vede tornare in patria (siamo in Australia negli anni '70) il figlio attore affermato ma in declino a Londra (Rush) e la figlia divorziata, principessa a Parigi con problemi economici e non pochi rancori verso la madre. Completano il quadro l'avvocato di famiglia e le tre donne a servizio tra battute al vetriolo, reminiscenze non proprio felici e ambizioni di recuperare credibilità e soldi. La camera da letto della Rampling diventa il centro di un mondo chiuso, meschino ma non privo di un fascino decadente, con felici trovate come il kabaret messo in scena dalla cuoca tedesca, sfuggita al nazismo, per intrattenere Madame. L'uragano del titolo appartiene al passato ma viene rievocato in flashback, momento topico e metaforico di una vicenda familiare robusta come il romanzo da cui è tratto.
Siamo dalle parti di Polanski con "LA FEMME DU CINQUIEME", il nuovo film di Pawel Pawlikowski ("The last resort" e "My summer of love") tratto dal romanzo di Douglas Kennedy, ritratto allucinato e onirico di uno scrittore americano (un solo romanzo, il successo e poi i disturbi mentali) che torna a Parigi per riannodare i contatti con la figlia di 6 anni, nonostante l'interdizione ottenuta dalla ex moglie francese. Appena cacciato di casa si fa rubare i bagagli sul bus, finisce in una pensione di periferia il cui proprietario maghrebino gli trova un lavoro notturno in un posto losco. La donna del quinto arrondissement del titolo è la vedova di uno scrittore ungherese, traduttrice e musa che lo persuade a riprendere a scrivere e gli infonde coraggio. Tra incontri misteriosi e metaforici, l'uomo sarà invischiato in una spirale di violenza fino a dubitare della realtà. Ottima la costruzione dell'impianto, efficace l'atmosfera da incubo come l'apporto dei protagonisti Ethan Hawke e Kristin Scott Thomas, il finale frettoloso e criptico lascia perplessi.

Autore:
Mazzetti